Nei precedenti articoli abbiamo definito quali sono i pezzi del puzzle che compone la nostra strategia di web marketing, andando a spiegare:
In questo articolo andremo ad elencare quali sono le linee guida da rispettare per cercare di attrarre i visitatori attraverso i social network utilizzandoli sia come veicolo pubblicitario, sia per posizionare e rafforzare il proprio brand.
Prima di iniziare a parlare di domanda latente, pianificazione editoriale e strategie avanzate di advertising, bisogna capire su quali social network puntare per far crescere la visibilità della propria struttura ricettiva .
Alcuni pensano che sia sufficiente creare il proprio profilo su tutti i social network possibili ed immaginabili (Wikipedia ne elenca ben 206), pubblicare qualche contenuto ed aspettare che i clienti si decidano a prenotare. Vi anticipo che ahimè così non funziona soprattutto perché non tutte le piattaforme sono adatte a pubblicizzare e lanciare un Hotel.
Per fare un esempio banale, una piattaforma come Twitter è meno adatta rispetto ad Instagram, questo non solo per numero di utenti (7 milioni Twitter contro i 16 milioni di Instagram) ma perché Twitter è principalmente adatta al “microblogging”, mentre su Instagram si condividono “esperienze”, e le esperienze sono la chiave di volta nel settore del travel.
Ovvio che se l’obiettivo è quello di usare i social media come cartellone pubblicitario sul quale far campeggiare la propria offerta, appare chiaro come quello che mette a disposizione la platea più grande sia ovviamente Facebook.
Segue a ruota libera Instagram essendo il social network dei millennials ed infine occhio anche a Google+ che se è un deserto sotto dal punto di vista delle community è utilissimo in chiave SEO.
Su alcuni social media come Facebook ed Instagram vige il principio della domanda latente (di cui vi abbiamo già parlato qui).
Per domanda latente si identifica quel target che non cerca consapevolmente e attivamente un determinato prodotto o servizio, ma che tuttavia potrebbe esserne interessato.
Questo tipo di traffico passivo può essere intercettato, come già detto, su alcuni social network come Facebook o Instagram. Le piattaforme di Zuckerberg che raccolgono 2 miliardi di utenti, possiedono una quantità tale di dati da rivelarsi lo strumento più appropriato e consolidato per questo genere di domanda.
Esempio: Mario Rossi sta scrollando la bacheca di Facebook mentre aspetta la metro, ad un tratto gli compare nella sua home un’offerta sponsorizzata di un agriturismo a pochi chilometri da lui che per il weekend di Ferragosto che offre il pacchetto cena, pernottamento e centro benessere.
Mario Rossi non aveva ancora deciso di come trascorrere Ferragosto e reputa allettante quell’offerta che non conosceva fino a pochi minuti prima.
Qui potete consultare la guida su come impostare la propria campagna con Facebook Ads.
Sul web si trovano tantissimi consigli su quanti post si debbano pubblicare a settimana, in quali giorni vadano condivisi e a che ora vadano pubblicati.
In realtà non esiste una vera e propria formula magica per assicurare con certezza un’alta visibilità, tuttavia è possibile identificare il momento migliore per postare su Facebook, grazie agli strumenti Insights che permettono di sapere in quali orari del giorno si collegano la gran parte dei propri fan.
Ogni volta che pubblicate un post chiedetevi se questo sarà in grado di innescare interazioni ed azioni da parte del pubblico, se la risposta è sì, la strada che state percorrendo è quella giusta.
Ste Davis nel suo ultimo lavoro pubblicato dal titolo “Decoding the Social Media Algorithms. A Guide for Communicators“, spiega che Facebook valuta i post in base a determinati parametri ed attribuisce a ognuno un punteggio.
Tale punteggio totale deciderà dove e se far apparire il post nella news feed, basandosi appunto sulle probabilità che gli utenti interagiscono con quel post.
Dopo il cambiamento dell’algoritmo che ha deciso di dare maggiore importanza ai post di amici e parenti, rispetto a quelli delle pagine aziendali, Facebook ha deciso di dare nuova linfa ai gruppi.
È proprio all’interno dei gruppi che si annida il concetto di community che tanto piace a Zuckerberg.
Navigando su Facebook abbiamo notato come ci siano degli albergatori che hanno creato dei gruppi con il loro del nome hotel in cui ospiti scrivono frasi di ringraziamento oppure pubblicano foto del loro soggiorno.
Quegli albergatori hanno scardinato l’algoritmo di Facebook!
Hanno capito che nulla è più forte del concetto di community e del fare gruppo, magari rivivendo attraverso dei post la vacanza appena trascorsa.
Siete ancora perplessi?
Pensate che Lenovo, la compagnia che produce pc, ha ridotto di più del 20% l’attività dei suoi call center in quanto i propri clienti utilizzano la community creata all’interno del proprio sito per comunicare e scambiarsi informazioni.
Come già detto, social media come Facebook ed Instagram oltre che accrescere la visibilità della propria struttura, devono aiutare ad aumentare le prenotazioni dirette.
Se per promuovere un’offerta basta postare un link che rimanda al sito della struttura, poi il ruolo fondamentale lo avrà il booking engine che dovrà essere in grado di completare il processo di prenotazione in pochi step.
Infatti, un buon booking engine deve essere pienamente integrato nel sito della struttura (il brand della struttura deve essere coerente tra sito e booking engine). In questo modo si otterrà una call to action molto efficace a beneficio delle prenotazioni sul sito.
Il booking engine deve permettere di completare il processo di prenotazione in pochi step, fornendo immediatamente informazioni di prima necessità sull’albergo come la disponibilità delle stanze e le promozioni attive.
Altro aspetto importante è legato ai sistemi di pagamento. Il booking engine ideale permette all’utente di pagare con più metodi possibili e – soprattutto – rispetta i più alti standard di sicurezza delle transazioni.
Ma soprattutto dovrete offrire dei vantaggi ai visitatori che scelgono di prenotare direttamente da voi, così da aumentare il tasso di conversione e la fidelizzazione del cliente!
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